L’acquedotto delle Uccole


Lunghezza: circa 4 Km. Dislivello: 60 metri. Durata: 2-3 ore. Tipo di strada: sentiero, galleria artificiale archeologica buia


Più di 5 km e mezzo scavati nella pietra e ricoperti da una volta ad arco, costellata da 136 pozzetti di apertura verso l’alto, realizzato più di 2000 anni fa e ancora perfettamente funzionante sino agli anni ’60 del secolo scorso. Ecco l’acquedotto romano delle “ùccole” o vuccole (ùcchele in dialetto), un cunicolo largo circa un metro e un'altezza media di circa due metri, scavato in Età Imperiale, che prendendo l’acqua da Molina nella Valle Subequana la portava sino all’allora metropoli di Corfinio.

Ancora oggi si può entrare nel canale asciutto dell’acquedotto e camminare al suo interno, al buio, per circa 4 km, ammirando l’incredibile opera di ingegneria idraulica, realizzata senza l’ausilio di calcoli e strumenti moderni, sbirciando i pipistrelli che si riposano sulla volta e le concrezioni formatesi sulle radici nei millenni di storia. Il sentiero parte da via Medaglie d’oro G. Di Bartolo, di Raiano in prossimità di un crocifisso, dove inizia anche il sentiero per le Gole di San Venanzio. Si cammina per poche centinaia di metri sulla stradina di servizio, a tratti ripida che sormonta l’acquedotto, per poi entrare dal primo pozzetto agevole. All’interno è necessaria una luce. L’uscita avviene con una ripida scala a pioli su pozzetto con chiusura in metallo. Il ritorno si può effettuare sulla stradina di servizio che fiancheggia l’acquedotto, che è anche uno dei più antichi attraversamenti tra la Valle Peligna e la Subequana. Vista la particolarità del tracciato si consiglia di avvalersi di una guida, che saprà mostrare anche le particolarità geologiche, floristiche e ambientali dell’ambiente ipogeo.